E’ entrato in scena quasi in punta di piedi nel mercato mondiale il nuovo misuratore di potenza italiano BePro di Favero, un azienda del Trevigiano. Si tratta di un misuratore installato sui due pedali oppure su uno solo (come il Vector S), ad ogni modo il funzionamento è uguale, solamente che il doppio pedale somma la potenza dei singoli misuratori, mentre il singolo pedale raddoppia la potenza della gamba nel lato in cui viene installato. Nella confezione del singolo misuratore è compreso il pedale opposto. Questo comporta ormai il risaputo “difetto” di fare una misurazione che dipende dal bilanciamento degli arti inferiori. Non tutti pedaliamo 50%-50% e sopratutto a varie intensità di sforzo questo bilanciamento può variare. Poco importa, l’importante è la ripetibilità della misurazione. I due aspetti che rendono questo dispositivo molto allettante e potenzialmente pericoloso per la concorrenza sono sicuramente il prezzo da una parte: 499 il singolo, 749 il doppio; dall’altra parte la semplicissima installazione a prova di imbranato. Grazie a delle specie di dime/adesivi e alle chiavi in dotazione è possibile effettuare una installazione con una bassissima probabilità di commettere errori di serraggio. Quindi la chiave dinamometrica non è necessaria come per altri misuratori. L’unita à dotata di una porta microUSB per effettuare le ricariche, con relativo sportellino in gomma per evitare che sporco e acqua possano entrare. Il pod è immerso in una speciale resina, quindi l’involucro che si vede è appositamente studiato per resistere a tutti i tipi di maltrattamento (o almeno si spera). La modalità di comunicazione avviene solamente tramite ANT+ e al momento non è prevista l’opzione Bluetooth a basso consumo energetico, ormai in voga grazie al diffondersi delle applicazione sportive per smartphone. Questo possiamo considerarlo sicuramente una mancanza, ma a volte la semplicità rende un dispositivo meno soggetto a problematiche. Posso portare dell’esempio dello Stages che per i primi mesi ha sofferto di drain-battery dovuto al non spegnimento del bluetooth durante lo stand-by. Le tacchette sono compatibili con le Keo originali, quindi nessun problema. Altra nota positiva la possibilità di scegliere il pedale equipaggiato con il sensore, lato destro o sinistro, credo più per una questione di comodità personale che per una questione di funzionamento. Anche se c’è da dire che se si sceglierà di misurare la gamba su cui la potenza è bilanciata maggiormente si rischia una sovrastima dei dati. Nel caso contrario avremo una sottostima dei dati. Problema risolto con l’utilizzo dei 2 sensori su ambo i lati. Anzi in questo caso avremo anche la possibilità di rilevare l’efficienza della pedalata. Il vantaggio di avere il misuratore sui pedali è sicuramente il poterli spostare da una bici all’altra senza modifiche o impedimenti dovuti all’incompatibilità. Dall’altra parte sono più esposti ad eventuali cadute, ma tutto sommato nello shop sono presenti tutti i pezzi di ricambio. Il peso del corpo pedale più pod è di 150 grammi circa, un vero record se pensiamo che un pedale look keo pesa pochissimi grammi in meno, circa 125 gr. Le specifiche di Favero danno come autonomia 30 ore che equivalgono circa a 7 uscite lunghe, non male direi.
Prova e recensione occhiali Salice 006
Durante l’ultimo mio giro alpino, Passo Rolle-Passo Valles-Forcella xxx, sfilando mi gli occhiali dal casco, ho perso uno dei gommini che ricopre una delle stanghette dei miei Salice 004. Avendoli pagati relativamente poco ho pensato che il pezzo di ricambio sarebbe costato più degli occhiali, in più sapete come siamo noi ciclisti, ogni occasione è buona per cambiare meteriali. Così mi sono messo alla ricerca dell’occhiale che avesse fatto al caso mio e che avesse le seguenti caratteristiche: montatura importante, ma non pesante lenti polarizzate lenti a specchio rosse basso costo. Scartati gli Oakley per il prezzo spropositato per un paio di occhiali di plastica e scartati alcuni modelli perché esteticamente non soddisfacenti (zerorh+, rudy project ecc ecc), mi sono ricordato di un mio pallino: i salice 006 che utilizzano diversi professionisti! Ho trovato un sito veramente affidabile e veloce e con poco più di 70 euro, ho ricevuto i miei splendidi occhiali. Appena aperta la confezione e presi in mano, ho notato subito una differenza altissima di qualità rispetto al modello 004 entry level. Le plastiche sono robuste e con una ottima lavorazione, la scatola è realizzata molto bene e l’occhiale in sé è veramente bello esteticamente, oltre ad essere leggero. Al primo giretto in bici li ho subito indossati e li ho trovati molto confortevoli, ma soprattutto non scivolavano come il modello 004, che ero costretto spesso ad aggiustare con la mano. La qualità della lente mi sembra davvero ottima, nessun problema visivo e pur essendo polarizzati riesco a vedere i display lcd senza problemi. Solo lo schermo dell’Iphone 5 lo vedo un po’ giallino, ma niente di fastidioso. La polarizzazione delle lenti è fenomenale, guardando appositamente i riflessi che arrivano dalle auto, dai vetri delle case, dal garmin stesso, prima con gli occhiali e poi senza, si ha un beneficio notevole per la vista e alla lunga gli occhi ringraziano. Assos ha deciso di non montare le lenti polarizzate sui propri occhiali perché sostiene siano pericolosi in caso di pozzanghere sull’asfalto che potrebbero non essere distinguibili in determinate condizioni di luce. Io sinceramente le chiazze di umido e bagnato le ho sempre visualizzate bene, ma adesso giro sempre con qualche prudenza in tasca, non si sa mai. Le lenti sono specchiate e a specchio di colore rosso, ma permettono una visione chiara anche in assenza di sole e nel sottobosco. Hanno anche il trattamento anti pioggia, ma devo ancora provarlo. Nella confezione comunque ci sono anche un paio di lenti trasparenti per l’inverno diciamo. Nelle salite lunghe è impegnative quando la velocità è molto bassa non si appannano grazie alle fessure che hanno nella parte superiore/esterna che mantiene la zona tra lente e occhio ben ventilata, senza far passare pulviscolo. Li consiglio vivamente anche per il prezzo. Un conto è perdere/rompere un occhiale da 70 euro, un conto è perdere/rompere un occhiale da più di 200 euro.
Stages Power Meter: prova e recensione
Finalmente è arrivato anche il misuratore di potenza Stages e dopo 4 settimane dall’ordine sono andato a ritirarlo presso il negozio “El Coridor”. Sveglia presto per essere là prima dell’orario di apertura.
Torno a casa baldanzoso e via subito in cantina ad installare il nuovo giocattolo. Il tempo di installazione in sé è di circa 2 minuti. Si toglie il pedale, si svita la brugola della pedivella sinistra, si sostituisce con quella dello Stages, si avvita la pedivella e poi si rimette il pedale. Più facile di così… Io ho preso la versione FSA per BB30 in alluminio in quanto ho la guarnitura FSA SL-K in carbonio e non volevo perdere il BB30 mettendo adattatori. E’ anche la versione più economica. Purtroppo questa soluzione vanifica il vantaggio di peso dello Stages che è dato per 20 grammi, in quanto la mia pedivella in carbonio pesa 140 grammi, mentre la pedivella con lo Stages ne pesa 240. Al netto del misuratore quindi ci ho rimesso 80 grammi…. pazienza, mangerò meno pasta. Se avessi messo la guarnitura ultegra, con adattatori ecc avrei sicuramente peggiorato di altro peso, oltre ad essere una soluzione molto più dispendiosa. Una volta installato, si tira la linguetta gialla, si apre lo sportellino della batteria e poi va reinserita. A questo punto ci si può connettere con un Iphone mediante bluetooth 4 e l’applicazione Stages Cycling ci permetterà di aggiornare il firmware, nel caso ce ne sia bisogno. Tutto molto semplice. Subito ho fatto un test comparativo sui rulli, avendo la ruota posteriore con Powertap SL+. Al powertap ho abbinato il garmin 500, mentre lo stages era connesso al mio iphone con l’ottima applicazione Wahoo, che è l’unica o una delle poche che supporta lo stages permettendone la calibrazione. (con strava non è possibile). Appena connesso lo stages ho provveduto alla calibrazione tenendo la pedivella a ore 6, verso il basso e la bici appoggiata al muro. Dalle prime pedalate ho notato subito che lo stages misurava circa 7/10 watt in più rispetto al powertap e subito mi sono venute le paranoie sul fatto che misurando una sola gamba e moltiplicando la potenza x2, potrebbe essere che abbia uno sbilanciamento 53/47% rispettivamente sx/dx. Infatti inttorno ai 130 watt del powertap, lo stages segnava circa 138 watt. (130 x53% x2 = 138). Cercavo allora di allentare la spinta sul pedale sinistro per aumentare la spinta su quello destro e facendo così i valori sui 2 dispositivi erano vicinissimi, però si trattava di una situazione innaturale. La cadenza era superiore ai 90 rpm. Stavo chiaramente “barando” e sicuramente la pedalata non era redditizia svolta in quel modo. Appena ho aumentato la potenza ecco che i valori sono diventati praticamente identici tra i due misuratori, questo ad indicare che ho una spinta uniforme 50/50% non appena diminuisce la cadenza e aumentano i wattaggi. Come si può vedere dal grafico che ho allegato, dove si vedono le piccole parti che misurano la stessa potenza è laddove diminuivo intenzionalmente la potenza sul pedale sinistro, mentre c’è una parte di alcuni minuti dove la potenza è più alta e le potenze si sovrappongono. (la linea di colore ciano è lo Stages)
Prova ruote Vision Trimax T30
Oggi ho provato le mie nuove vision trimax t30, pagate sui 350 euro.
Premetto che ero in giornata no, quindi niente effetti strabilianti in salita. Però in pianura mi sono piaciute molto, sono molto rigide e si riescono a tenere sui 35 km/h senza fatica.
Il vento laterale non lo sentono sia perchè sono da 30 mm di profilo, sia perchè i raggi non sono larghi, ma sottili.
Ho notato che negli scarti improvvisi, tipo schivare una buca all’ultimo secondo, sono meno veloci rispetto alle aksium che avevo prima. Forse l’anteriore da 30 mm fa questo effetto.